I suoi ritratti concreti

di Andrea La Porta

 

e opere migliori di Tony Pileggi sono i ritratti. Migliori non tanto dal punto di vista della resa formale, quanto da quello della eloquenza espressiva, della caratterizzazione stilistica. Rispetto ai paesaggi, od alle nature morte - generi che Pileggi ha ampiamente frequentato senza peraltro, a mio modesto avviso, riuscire ad imprimervi un’impronta subito riconoscibile – i ritratti costituiscono una nutritissima quanto variegata galleria di figure tutte riconducibili alla mano ed all’idea di Pileggi.
.......... Pileggi ha ritratto mezzo mondo. E ogni volta che vedi di questi ritratti (ammesso che tu abbia la possibilità di girare mezzo mondo), dici subito: “ecco Pileggi”. Nell’immediato dopoguerra Pileggi è a Napoli, dove affresca i saloni dell’ “Autopalazzo Grilli”, ed esegue ritratti per alcune delle personalità politiche più importanti del tempo. Negli anni cinquanta lo troviamo in Sud America.
.......... Chiamato ad eseguire i ritratti dell’allora Presidente del Venezuela Carlos Delgado Chalbaud, lega il suo nome a quest’opera soprattutto perché il Presidente viene assassinato un’ora prima dell’ultima posa.
..........Pileggi è ormai un ritrattista affermato: conosciuto e riconosciuto, ricercato. Anche il nuovo Governo Venezuelano si affida alle sue mani, al suo sguardo: nascono così ritratti del neo Presidente Generale Perez Jimenez e Signora Floras; del Ministro della Difesa Oscar Mazzei e Signora Mercedes; del Ministro dei Lavori Pubblici Baccalao Lara e Signora Giulia.
.......... Nel 1960, dopo una breve visita in Italia, si trasferisce negli Stati Uniti d’America. Nel suo studio newyorkese di Madison Avenue si avvicendano personalità del mondo politico e stelle del cinema, tra cui Adlay Stevenson, Susan Walding, Colleen Bennett. Riceve vari premi.
..........Nel 1966 rientra in Italia. Elegge la sua Catanzaro a definitiva dimora. In breve tempo realizza più di ottanta ritratti caricaturali. Il successo è grande ed immediato. Un ritrattista del suo calibro non poteva non approdare all’insegnamento. Nel 1973 accetta l’incarico di docente di disegno nella Scuola Libera di Nudo della neonata Accademia di Belle Arti di Catanzaro, incarico che ricoprirà fino alla morte, nel 1980.
.......... L’esercizio del vero attrasse sempre, ed in maniera prepotente, Tony Pileggi. Colui che ritrae nutre il progetto di abolire la distanza tra se stesso e la realtà. La vita, le venture della vita, condussero Pileggi ad abbracciare così dappresso l’arte del ritrarre fino al punto che egli ne divenne interprete sicuro quanto fedele rappresentante.
..........Tutti i ritratti di Pileggi sono l’espressione di un’intenzione razionale, di un progetto ordinato, di uno sguardo attento che procede attraverso congiunzioni e disgiunzioni, sceglie e raccoglie, distingue o confonde, elimina ed ordina secondo una gerarchia.
..........Pileggi amava ritrarre perché amava disegnare. I suoi ritratti dipinti seguono la stessa logica compositiva dei ritratti disegnati, quella logica per cui “il disegno non è soltanto la prova di quello che ho visto, ma è anche ciò che mi permette di vedere, mi assicura il possesso lento ma irresistibile del visibile”. Polvere di grafite, carboncino, pastello, acquarello, inchiostro di seppia sono tutte tecniche che in Pileggi confluiscono nell’olio, così che la pittura diviene epifania compiuta del disegno, ed il disegno ancoraggio della pittura alla vita, come amava ripetere Dégas.
..........I ritratti di Pileggi non sono puramente e semplicemente rassomiglianti, maniacalmente rassomiglianti; sono concreti, giacchè concreto è il tracciato della sua pittura, capace di restituire l’unicità della sensazione.
..........I ritratti di Pileggi sono decisi. Pileggi non restituiva immagini, decideva che cosa mostrare. Ed il più delle volte, ciò che mostrava era tutto ciò che c’era da vedere.