
Tony Pileggi un protagonista del nostro tempo
di Cesare Mulè
ony Pileggi operò a Catanzaro una autentica rivoluzione pittorica. Chiuse il pur fecondo e dignitoso periodo della ritrattistica ottocentesca di evidente maniera romantica (A. Cefaly, G. Covelli, V. Morani, E. Paparo, G. Parentela) ed aprì una stagione nuova più fresca e meno paludata, più attenta alla percezione dinamica e coloristica e meno mummificante. Fermento precursore era stato, gradevole e levigato, M. Ridola. E’ con Pileggi che il ritratto si spogliò dell’ormai stantio archetipo attingendo sveltezza e cromatismo pur non rinunziando alla profondità dell’introspezione psicologica.
.......... La cesura avvenne all’insegna dell’ironia, in modo bonario e simpatico e repentino per innovare il modo del “vedersi” una grandiosa mostra (oltre settanta opere) di ritratti caricaturali dei “pezzi grossi” della città: assessori e legulei, mercanti e benestanti ripresi con discreto verismo ma dai tratti somatici enfatizzati e piacevolmente deformati, oserei dire “umanizzati”. I ritratti esposti nel Palazzo Fazzari, tempio sacro della borghesia cittadina, furono poi esposti nelle vetrine del corso.
.......... Fu un successo sconvolgente ed immediato e l’Autore ebbe una vasta notorietà e consistenti commesse per ritr-atti (anche femminili) di maggiore e studiata composizione anche se le “pose” non riguardavano più di due-tre sedute. Sorprendentemente felice Egli fu anche nei guazzi allorché la mano veloce svelava le fisionomie senza indugi e ripensamenti… Pileggi –come Gay Talese- era nato a Maida e forse i loro orizzonti sarebbero stati per sempre quelli lametini se entrambi non avessero avuto svolte traumatiche: Talese l’emigrazione e poi la narrativa e Pileggi la guerra che lo proiettò al distretto militare dove la sua familiarità con la matita lo rese topografo il che lo portò a disegnare mappe, rilievi, casematte e trincee e ben definiti scenari. I bisogni di un ambiente stentato lo spinsero nelle Americhe (ancora allora lontane) ed in quelle contrade – in Venezuela e negli Usa - al lavoro affiancò l’osservazione sempre vivida e la sete dell’ esprimersi alla frequentazione di primarie scuole d’arte e molto gli valse una buona e qualificata accademia del ritratto di New York che alla genialità del suo daimon diede la tecnica dell’esecuzione, un modo nuovo di rappresentare, il confronto con artisti ispanici ed anglosassoni.
........ Così l’arte di Pileggi non indugiò nella carezzevole leziosità ma puntò su situazioni e volti resi nella immediatezza senza la mediazione di accomodanti set. Tony Pileggi aveva una andatura quasi ritmata, comportamento garbato, sguardo vigile ed animo gentile ed una personalità esplicitata nella disponibilità all’approccio ma anche una buona dose di riserbo. Per il lancio preziosa gli fu la collaborazione –come promoter- del giornalista Giuseppe Papaleo, generoso ed accattivante pi-erre. Su Pileggi redassi ampia recensione critica nel 1969 apparsa con qualche evidenza su “Il Grido di Calabria”settimanale assai diffuso fondato e diretto in modo intrepido da Egidio Trapasso.
........ Ma su di lui scrissero altri valenti critici. Vorrei ricordare che Pileggi eseguì anche alcuni affreschi: in Venezuela ed in città nella Chiesa matrice di Lido (oggi perduto) in onore della Madonna di Porto Salvo ed altri due nella Cappella del Convitto “P.Galluppi”. Fu anche illustratore di libri (Citriniti: La mia Città..). Scarsa attenzione diede al paesaggio. Io ebbi, in qualità di Sindaco, il privilegio di ottenere da lui la più bella e dignitosa replica dell’armo della Città di Catanzaro che si accompagna a quella realizzata con tecnica puntigliosa e pregevole calligrafia da Alfonso Frangipane nonché il restauro dell’artistico soffitto a cassettoni della gran sala di rappresentanza (che ospita la quadreria dei sindaci, dei quali tre di sua opera) del Palazzo Santa Chiara (ora De Nobili). I molteplici riconoscimenti della critica ed i premi prestigiosi; la predilezione dei salotti e la considerazione degli studenti dell’Accademia di Belle Arti dove lo chiamai per un corso di nudo non scalfirono mai la sua modestia del vivere e del sentire e questo suo comportamento lo rende grande ancora oggi.
.......... Pileggi ebbe un fisico asciutto e scattante caratterizzato da eleganti baffi neri. Quando lo vidi l’ultima volta nella sua cameretta esausto ed oppresso dal gran caldo era avvolto in un bianco lenzuolo già preannunzio del sudario che dopo qualche ora lo avrebbe velato allo sguardo commosso dei familiari e degli amici per consegnarlo alla storia dell’arte del nostro tempo. Questo lavoro è un giusto e doveroso repechage filtrato dagli anni e quindi equanime e veritiero omaggio ad un artista non mercantile che si colloca con lo scultore Giuseppe Rito nel pantheon di quei benemeriti che con arte virtuosa hanno dilatato la dimensione del vivere.
