
Un pittore gentleman
di Salvatore G. Santagata
l mio ricordo di Tony Pileggi, grande pittore ed uomo colto ed amabile, coincide, temporalmente, con un periodo di notevole e gratificante mio impegno professionale. Quando lo conobbi, avevamo da poco aperto, a Catanzaro, la redazione del quotidiano messinese per cui allora lavoravo, la “Tribuna del Mezzogiorno”, con cui collaboravo da tanti anni e col quale avevo avviato il periodo di praticantato giornalistico. In redazione c’era una notevole forza giornalistica: un caposervizio, Salvatore Sabbatino, tre redattori, tutti professionisti da tempo, Ugo Sardella, Pippo Messina e Lucio Barbera. Curavamo e redigevamo da quattro a sei pagine quotidiane: due, fisse, dedicate alla città e da due a quattro, dedicate alla provincia.
.......... Fu proprio nei primi mesi di attività, se ricordo bene, che Tony Pileggi, non so in che occasione, venne in redazione. Io, praticante, anche se già con notevole esperienza considerato che scrivevo sui giornali da almeno dieci anni, in quella redazione ero una sorta di jolly, scrivevo di tutto, anche di arte. Pileggi diventò presto uno di casa in redazione. Tra l’altro, a noi, tutti non catanzaresi, riusciva assai utile la sua conoscenza della città e dei personaggi importanti della stessa.
.......... A me personalmente, poi, Tony era riuscito simpatico fin dal primo approccio, per lo stile ed il garbo del suo porsi, per l’eloquio, mai scontato e sempre attento e, perché, avendo visto i suoi lavori, i suoi ritratti, le sue caricature, avevo cominciato a stimarlo come pittore oltre che come uomo.
......... Dopo il primo anno di affollamento professionale, la redazione aveva cominciato a sfoltirsi. Se n’era andato, prima, Sardella, poi era stata la volta di Sabbatino,ultimo era andato via anche Barbera, sostituito da un giovane, Cristofaro Zuccalà, appena assunto. Eravamo rimasti in tre, più un buon gruppo di collaboratori esterni. Andando via, Sabbatino aveva lasciato a me, ancora praticante, l’incarico di disegnare quotidianamentele pagine e predisporre i relativi servizi. Questo fatto aveva determinato qualche screzio con Pippo Messina che, da professionista, si era sentito un po’ scavalcato. Ricordo che Tony Pileggi, che, come dicevo era di casa, tentò di farci superare quegli screzi che, poi, furono risolticon tanto di ordine di serviziodel direttore, arrivato per telescrivente, da Messina.
.......... Pileggi non si fece vedere per qualche giorno. Poi, una sera, comparve ed ebbe un colloquio, fitto fitto, con Pippo Messina. Sul momento, non capii, ma l’indomani fu lo stesso Messina a mettermi al corrente. Il pittore chiedeva di aiutarlo a far togliere dal Comune, il mercato generale che, all’epoca, si svolgeva in piazza Italia, proprio attorno alla casa di abitazione di Pileggi, con tutti i disagi conseguenti. Ogni notte è una guerra, ci diceva Tony. I commercianti, specie quelli della frutta e verdura, cominciano ad arrivare poco dopo la mezzanotte e, da quell’ora, fino al sorgere del sole, vanno avanti le loro rumorose contrattazioni ed il frastuono di camion, auto e motocarri che scaricano e caricano . “Ed io – aggiungeva Tony – e tutta la mia famiglia, in queste condizioni, non riusciamo mai a dormire”. Pippo disse che dovevamo fare una campagna forte per raggiungere lo scopo. Mentre egli mi parlava, io riflettevo sul grande savoir faireche Tony aveva usato rivolgendosi a lui e non a me, pur sapendo che, tolta la cronaca nera, di cui Messina era responsabile, tutto il resto delle paginerientravano nella mia competenza.
.......... Ma quel suo modo di fare era servito a far tornare la pace in redazione e a farci superare definitivamente gli screzi che c’erano stati nelle settimane precedenti. Questo era l’uomo, Tony Pileggi. Dotato, come pittore, di un polso fermissimo e d’un occhio attento a cogliere i particolari di un volto e riproporli, con pochi tratti, sulla carta, e, come uomo, portatore di una sensibilità grande quanto una casa, che, però, si esplicava nei rapporti, con la stessa delicatezza con cui il suo polso faceva scorrere il carboncino sulla carta o il pennello sulla tela.
.......... Facemmo quella campagna che durò, con intere pagine e titoli a otto (tante erano le colonne della “Tribuna”), per diverse settimane. Finché, un pomeriggio, Tony si presentò in redazione, con una bottiglia si spumante ed un vassoio di pasticcini. “Dobbiamo festeggiare – disse – il consigliocomunale ha deciso poco fa il trasferimento del mercato generale fuori dalla città”. Festeggiammo.
.......... Tony Pileggi era raggiante. Ora, diceva, potrò dormire, finalmente ed anche i miei figli e mia moglie potranno dormire. Più o meno queste stesse parole facevano, l’indomani, da didascalia ad una sua foto che campeggiava nella pagina della cronaca cittadina, sotto il titolo: “Trasferito il mercato”.

